Storie di vita
My liberation notes (tradotta su netflix ne “il diario della mia libertà”) appartiene a una tipologia di serie del genere slice of life, ossia entra ad osservare i personaggi in uno specifico tempo della loro vita per poi uscirne all’improvviso lasciandoti quella sensazione di malinconia che si ha quando finisci un bel libro che vorresti continuasse ancora.La storia è molto semplice (senza nessuno spoiler perché la bellezza di scoprire lentamente il carattere dei personaggi è impagabile), è la storia di tre fratelli che vivono nella periferia rurale di Seul e sono costretti tutti i giorni ad un viaggio sfiancante da pendolari, alle prese con le proprie disillusioni e le proprie fobie, i problemi sul lavoro, la vita sentimentale, la vita in famiglia, perchè, in fondo, la vita non va mai come si vorrebbe.
L’ arrivo di un personaggio misterioso e silente nel paesino influenzerà loro vite.
Ė una serie malinconica nonostante la maggior parte degli eventi si svolgano durante una caldissima estate, una serie che si prende i suoi tempi, nella quale i silenzi, a volte, contano molto più delle parole.
Una serie che mi sento assolutamente di consigliare.
Voto 10
«Cinque minuti al giorno. Se hai cinque minuti di pace, la vita è sopportabile. Cerco di raccogliere momenti di euforia in parti da quattro a dieci secondi per coprire quei cinque minuti.
Riempio cinque minuti al giorno così.
È così che sopravvivo».
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Meraviglioso
Uno dei grandi pregi di Youth of May è stato quello di farmi scoprire il libro “atti umani” della scrittrice neo premio nobel Hang Kang.Youth of May è un K-drama coreano ambientato durante il tumultuoso periodo della Rivolta di Gwangju del 1980, (in quegli anni una spietata giunta militare guidava il paese) una delle pagine più tragiche della recente storia coreana. Questa serie racconta la struggente storia tra due giovani, Hee-Tae e Myung-Hee, che impareranno a conoscersi e ad amarsi in un terribile contesto di violenza e brutalità storica.
Hwang Hee-Tae è un brillante studente di medicina figlio di una famiglia benestante in cui il padre é un importante membro della polizia segreta coreana.
Kim Myung-Hee invece è una giovane infermiera che lavora duramente e vive in condizioni modeste con l’ambizione di andare in Germania per studiare ed ottenere una specializzazione.
Le loro vite si incrociano per caso, grazie a un appuntamento combinato che Myung-Hee accetta di fare al posto della sua migliore amica appartenente ad una famiglia ricca di Gwangju.
Myung-Hee, per lealtà verso l'amica e in cambio di un aiuto economico, accetta di prendere il suo posto, dando vita a una serie di incontri apparentemente fortuiti ma destinati a cambiare le loro vite per sempre.
Sebbene inizi con il più classico dei cliché la serie cresce notevolmente riuscendo a mantenere un equilibrio tra sviluppo dei personaggi, narrazione sentimentale e quella storica facendo percepire gradualmente ma inevitabilmente l’addensarsi della tempesta.
Giustizia sociale, sacrificio, perdita e l’inevitabilità del destino, sono alcuni dei temi trattati e che affiorano prepotentemente soprattutto nelle ultime puntate.
Molto probabilmente il fatto di aver reso la serie concentrata in sole 12 puntate (anziché le solite 16/20 standard) ha senz’altro influito sul ritmo mantenendolo incalzante.
Una menzione particolare anche alla fotografia i cui colori pastello riescono a rendere bene la sensazione del passato, è il racconto di una primavera che appassisce, ma nella sua dissolvenza lascia fiori immortali.
Una serie straconsigliata e una delle migliori serie coreane viste quest’anno.
“Che il cuore torni a pensare a quel maggio, è normale. Quando perdi un ombrello che ti piaceva tanto, pensi a quell’ombrello ogni volta che piove. Figuriamoci quando torna la stagione in cui hai perso le persone a te care…è normale che il cuore riviva quei momenti. Come se fosse successo ieri.”
“Fu il nostro maggio, il primo, l’unico”
Voto 10
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Imponente affresco storico
Imponente drama storico sulla perdita dell’indipendenza coreana e conseguente annessione giapponese nei primi anni del secolo scorso. Nello sfondo storico si intrecciano le vicende dei vari personaggi principali dei quali seguiremo l’evolversi nel tempo.Un ragazzino fugge negli Stati Uniti dopo lo Shinmiyangyo del 1871, Farà ritorno in Corea qualche anno più tardi come ufficiale dei marines. Durante la sua permanenza conoscerà la nobile Go Ae-shin che fa parte di un movimento ribelle.
Nel frattempo i giapponesi inizieranno dapprima a considerare la Corea come loro protettorato per poi infine annetterla nel 1910.
Serie bellissima ma non semplice, ventiquattro episodi di oltre settanta minuti ciascuno (sostanzialmente dei piccoli film) possono davvero mettere alla prova. Sarà facile passare dalla risata alla lacrima in pochi minuti.
Tuttavia la bellezza dei costumi, della fotografia e delle scenografie la rendono davvero notevole. Così come la caratterizzazione dei personaggi tra cui lo strepitoso Goo Dong Mae uno dei migliori personaggi mai scritti in un drama.
Serie che consiglio decisamente anche se alla fine l’unica cosa chiara sará che coreani e giapponesi non si amano (non è vero sará chiarissimo anche il resto)
“Gun, glory, sad ending”
Voto 9,5
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